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Carissimi lettori,
Oggi ho l'onore di presentavi l'intervista esclusiva fatta a Roberto Autuori e Stefano Carletti dello studio fotografico "PHOTOGRAFIA".
La loro passione per la fotografia, li ha portati negli anni a crescere professionalmente e ora sono tra i fotografi più quotati a livello nazionale.
Tra le ultime fatiche, da ricordare la loro collaborazione con Stefania D'Alessandro per la realizzazione del servizio fotografico su i Karma B.
Di seguito l'intervista e foto:
Elliott Erwitt
La macchina fotografica è uno strumento semplice, anche il più stupido può usarla, la sfida consiste nel creare attraverso di essa quella combinazione tra verità e bellezza chiamata arte. E’ una ricerca soprattutto spirituale. Cerco verità e bellezza nella trasparenza d’una foglia d’autunno, nella forma perfetta di una chiocciola sulla spiaggia, nella curva d’una schiena femminile, nella consistenza d’un vecchio tronco d’albero e anche in altre sfuggenti forme della realtà.
Isabel Allende, Ritratto in seppia, 2001
Quando nasce lo studio fotografico e da chi è composto?
Lo studio è composto da Roberto Autuori e Stefano Carletti.
Virtualmente il nostro studio nasce nel 1998. In quell’anno abbiamo deciso di iniziare a considerare la nostra passione per la fotografia come un vero e proprio lavoro e ci siamo trasferiti a Milano per dei corsi di specializzazione. Formalmente lo studio nasce al nostro rientro a Roma nel 2000.
Di cosa si occupa e come cresce negli anni?
Copriamo molti campi dell’applicazione fotografica commerciale. Grazie anche a collaborazioni esterne con professionisti dei singoli settori possiamo soddisfare le esigenze di chi desidera avere delle fotografie professionali per promuovere e valorizzare i prodotti o i servizi che offre.
Per i privati ci limitiamo a realizzare book fotografici.
Dove si trova?
Lo studio si trova a Roma in via Mattia Battistini 466a. è una zona molto comoda in quanto si trova a 15 minuti dal centro storico nonostante sia anche molto vicina al GRA favorendo si chi viene da fuori Roma che da zone più centrali.
La fotografia oggi è considerata una vera e propria forma d’arte, per voi
cosa rappresenta?
Se vogliamo scollegarci dal concetto puramente commerciale, la fotografia è rappresentazione della realtà filtrata dal nostro sguardo, dai nostri sentimenti. Se si riesce a condensare ed esprimere l’universale all’interno di uno scatto si è creata un’opera d’arte così come un poeta o un pittore possono fare con strumenti differenti.
La macchina fotografica è solo un mezzo di espressione come un pennello o una penna.
Oggi, tutti vogliono fare i fotografi chi per lavoro chi per passione, voi
cosa consigliate alle persone che vogliono intraprendere questo mestiere?
La fotografia, con l’avvento del digitale, è cambiata, a livello professionale, molto più di quanto si pensi. Non c’è stata solo una velocizzazione – oltretutto solo apparente - dei processi ma è cambiato proprio l’approccio. L’attenzione al particolare a la professionalità che prima serviva per realizzare lo scatto “ perfetto” ora viene spesso demandata alla postproduzione. Come in ogni cosa ci sono i pro ed i contro. Noi siamo nati con la pellicola e con le macchine fotografiche tradizionali. Ci siamo subito adeguati ad i nuovi mezzi e li utilizziamo con piacere e soddisfazione ma a chi inizia ora la professione del fotografo commerciale mi sento di dire che deve prepararsi a investire molto del suo tempo sull’aggiornamento tecnico, deve essere pronto ad investire in modo continuo sugli strumenti che divengono obsoleti e perdono valore nel giro di pochi mesi (un tempo chi possedeva un Hasselblad e gli obiettivi giusti ci lavorava per tutta la vita).
E questo ovviamente non basta. Un fotografo deve coltivare la sua anima deve aggiornare ed alimentare il proprio gusto estetico continuamente, deve leggere, vedere film e deve interessarsi all’arte. È un “lavoro” a 360 gradi.
Quali sono stati i vostri studi e la vostra formazione professionale?
Veniamo entrambi da studi classici e dall’università. Siamo laureati in Ingegneria (Roberto) ed Economia e Commercio (Stefano).
Stefania D’Alessandro, vostra grande ammiratrice, si rivolge a voi per
immortalare i suoi lavori, come nasce il vostro rapporto e come si sviluppa negli anni?
Con Stefania ci conosciamo da più di 10 anni e con lei è subito nata l’idea di una collaborazione professionale oltre che un rapporto di stima ed amicizia che va al di la del lavoro.
Abbiamo senz’altro in comune l’attenzione al particolare e il desiderio continuo di migliorarci ponendoci obiettivi sempre più complessi.
Stefania ha un immaginario estetico che apprezziamo e a cui amiamo dare forma attraverso lo scatto fotografico.
Prossimi lavori con lei?
Spesso il limite alla nostra collaborazione è il tempo che abbiamo a disposizione. I reciproci impegni rendono complessa la programmazione dei lavori ma sicuramente nelle prossime settimane non mancherà qualche sorpresa.
Artisti come voi saranno sicuramente stimolati a lavorare con la D’ Alessandro quali sono stati i lavori più significativi e coinvolgenti?
(Poco tempo fa ho avuto il piacere di intervistare i KarmaB, come è stata questa esperienza con loro, con Stefania, Anna e il suo staff?)
Sicuramente il servizio con i KarmaB è stato quello che ci ha coinvolto in modo particolare. La creazione della scenografia, lo studio del mood da dare al servizio e la loro grande capacità espressiva sono stati insieme alla creatività di Stefania un motivo di divertimento e coinvolgimento particolare.
I vostri progetti futuri? Potete dare ai nostri lettori qualche news?
Stiamo lavorando con un collega ad un progetto per una mostra fotografica di cui siamo in avanzata fase di sviluppo … ma di questo ne riparleremo in un prossimo futuro.
Quali sono i fotografi sulla scena internazionale che vi hanno
maggiormente influenzato?
Sicuramente la nostra crescita è passata per la visione e lo studio delle opere dei maestri della fotografia nei vari campi quali Bresson e Erwitt, Salgado fino a Tim Walker per il suo immaginario… ma la lista sarebbe lunga e comunque incompleta.
In passato La fotografia era sicuramente più complicata da realizzare,
oggi è supportata dai programmi grafici che per chi li sa utilizzare sono un grosso aiuto, spesso anche una foto banale può essere migliorata … Voi cosa ne pensate?
Avendo cominciato a fotografare con macchine fotografiche analogiche abbiamo sviluppato per quanto riguarda le immagini commerciali, un’attenzione particolare alla fase di scatto. I programmi grafici di fotoritocco sono strumenti potenti e possono ampliare le capacità creative. Programmi come Photoshop devono quindi essere usati per creare qualcosa di “nuovo”, qualcosa di non raggiungibile in fase di scatto e non per coprire mancanze del fotografo o per dare un senso ad una fotografia non particolarmente riuscita.
Se parliamo invece di fotografia d’arte, la fotografia è una, ed è il risultato finale. Sia se essa viene realizzata in pellicola sia se è frutto di elaborazione. In questo campo non esistono foto banali migliorate. Se si è riusciti alla fine a realizzare la foto che esprime ciò che sentivi anche con l’aiuto di un programma di grafica non importa da dove si è partiti.
Quando un programma di grafica può aiutare e quanto può danneggiare una
foto ?
I programmi dedicati al fotoritocco sono strumenti complessi e delicati il cui utilizzo richiede applicazione e studio. La possibilità di esaltare piuttosto che danneggiare una fotografia dipende dall’utilizzo che viene fatto di questi programmi e dalla competenza di chi opera in postproduzione.
Spesso mi capita di vedere riviste, pubblicità , manifesti …. con lavori
Osceni … quale è il limite da rispettare?
Nel campo della fotografia ed in particolare di quella commerciale è difficile stabilire un confine. Sicuramente a fronte di immagini non valide c’è chi queste immagini le usa, le compra e le pubblica, alimentando un mercato di prodotti di basso livello. Ogni professionista serio dovrebbe mantenere la soglia dell’attenzione alta verso il mondo circostante ed applicare una visione critica verso quello ed applicare lo stesso modo senso critico nel proprio lavoro.
Si dice che spesso l’arte è soggettiva ma dove finisce e inizia il cattivo
gusto?
Secondo noi l’arte non è soggettiva ma è la rappresentazione di un universale. L’artista trasmette un messaggio che va al di la di lui stesso e che spesso non tutti sono in grado di recepire subito. Il valore è sempre nel messaggio al di là della tipologia e della quantità delle persone che lo comprendono. Il problema dell’arte contemporanea, in cui si inserisce anche la fotografia, è che non avendo essa criteri estetici oggettivi e canonizzati come era per l’arte classica e figurativa, il suo riconoscimento, con tutto quello che ne comporta anche dal punto di vista economico, dipende da molti fattori non sempre legittimi (conoscenze, convenienze economiche, capacità marketing ecc.)
Io amo molto la fotografia, per me rappresenta qualcosa di magico, queste
sono un paio di citazione che ho inserito nel blog un po’ di tempo fa:
Quando è ben fatta, la fotografia è interessante. Quando è fatta molto bene, diventa irrazionale e persino magica. Non ha nulla a che vedere con la volontà o il desiderio cosciente del fotografo. Quando la fotografia accade, succede senza sforzo, come un dono che non va interrogato né analizzato.
Voi come rispondete a questi pensieri?
Elliott Erwitt è sicuramente un maestro a cui ci ispiriamo e Isabel Allende da forma e poesia a concetti a noi cari.
Grazie di cuore per la vostra disponibilità e pazienza, è stato un onore e un piacere.
Buon lavoro