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sabato 7 giugno 2014

Intervista con CLAUDIO SALVIANO Ph - Fotografia e passione


Appassionato di fotografia e disegno sin da ragazzo, fan sfegatato dell'artista svizzero surrealista Hans Rudolf "Ruedi" Giger, Claudio Salviano ha recentemente aperto uno studio fotografico a Roma in collaborazione con altri colleghi.


Passando dalla pellicola alle sempre più innovative strumentazioni fotografiche, Claudio nell’intervista parla ai futuri fotografi e appassionati dell’importanza di un’adeguata formazione, nel seguire la propria passione senza mai peccare d’arroganza.

Salviano lavora presso lo studio Vertigo di Roma composto da quattro fotografi, realizzando i loro progetti, dando libero sfogo alla loro creatività.


 Lo studio è un open-space di circa 90 mq, in via di espansione, si trova a Roma in Via di Roccaforzata,42.



A cura di Giorgia Di Giorgio 

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1. Studi e formazione professionale? 
Laurea in Giurisprudenza 


2. Com’è nata la passione per la fotografia e com’è diventata il suo lavoro? 

Iniziata a sedici anni, ripresa a diciotto con un gruppo di amici. 
Dopo varie vicissitudini, ho frequentato i primi corsi di fotografia a Milano, dove nel frattempo lavoravo in un’azienda di credito, poi lasciata per dedicarmi esclusivamente a questa passione. 


3. Quando nasce lo studio fotografico e da chi è composto? 

L’idea era nell’aria da molti anni ma poi si è concretizzata un anno fa con un gruppo di amici fotografi :Adriano Ippoliti,Valerio Pagliari,e Mark Meja ed il sottoscritto. 


4. Lo studio di cosa si occupa e come cresce negli anni? 

Lo Studio è privato quindi non si affitta ad altri fotografi, abbiamo scelto questa politica per concentrarsi solo ed esclusivamente sui ns lavori. 


5. La fotografia per lei cosa rappresenta? Come si è trasformata ed evoluta nel tempo? 

Per me rappresenta un modo per esprimersi, per creare, per sentirsi creativi. 


6. Parlando esclusivamente della fotografia d’arte, le strumentazioni altamente sofisticate che oggi tutti possono reperire, sono state d’aiuto o dannose per il processo creativo? 

Molti demonizzano le nuove tecnologie digitali, io credo che non si possa rifiutare il futuro. 
Come per il cinema parlato, si pensasse avrebbe avuto vita breve e invece esiste tutt’ora, credo che i nuovi strumenti messi a disposizione dei fotografi per migliorare le performance siano un grande sostegno, ovviamente bisogna conoscere a fondo il mezzo. 

Vedo molte volte cose di dubbio gusto, l’importante è non esagerare, lasciare però liberi tutti di esprimersi con questi mezzi al meglio. 


7. Quali sono gli artisti sulla scena nazionale e internazionale che l’hanno maggiormente influenzato? 

Non ho un artista in particolare che mi abbia influenzato ma credo che nel tempo siano state le riviste di moda che da giovane avevo in casa, mi affascinavano le foto, soprattutto quelle delle pubblicità dei profumi e dei vestiti. 


8. Ricordi significativi? 

Ricordo un aneddoto che ho spesso raccontato: a sedici anni fotografando una mia compagna di classe, improvvisando in casa un set fotografico….con le luci reperite qua e là per la casa…tutti entusiasti delle foto bianco e nero da me sviluppate in camera oscura…tranne la mamma della mia compagna……(ride). Ma erano altri tempi… 


9. Progetti futuri? 

Foto, foto, foto! 


10. Consigli alle persone che vogliono intraprendere questo mestiere? 

Essere molto permeabili, apprendere da tutti, non arroccarsi sulle proprie convinzioni, essere umili e rispettare il lavoro degli altri. 
Purtroppo vedo molti fotografi italiani non avere quest’umiltà, si credono al centro del mondo, sbagliato molto sbagliato, queste persone non andranno molto lontano. 


11. Quali sono i mezzi tecnici fondamentali che consiglia a un’aspirante fotografo? 

Innanzi tutto avere delle basi, fondamentali per ogni approccio ad un lavoro. 

Quindi studiare, segnarsi a dei corsi fotografici, l’importante è osservare, imparare e immaginare quello che si vuole ottenere dalla foto. 

Grazie per la collaborazione